«L’Amore è inopportuno», intervista a Giuliano Crupi.

Giuliano Crupi
“L’Amore è inopportuno” è il titolo del nuovo singolo di Giuliano Crupi, in radio e su tutte le piattaforme digitali da venerdì 8 aprile. Un brano che mette in evidenza e sviscera l’amore in tutte le sue forme. Per amare in modo totalmente inopportuno, visceralmente, senza aspettative, è necessario abbandonare il raziocinio, accettando il suo totale dominio su di noi. Questa è la vera strada dell’Amore, questo è il messaggio che con energia, colore e vibrazioni positive vuole trasmettere la canzone.
Ecco cosa ci ha raccontato l’artista…

Partiamo dal titolo del tuo singolo, perché L’Amore è inopportuno?
L’Amore è inopportuno perché quando si manifesta, in principio, ti mette in una condizione di totale vulnerabilità, ti mette all’angolo, ti destabilizza, ti scuote, ti percuote e, solo accettando questa condizione, abbandonandosi totalmente alla sua volontà e al suo totale dominio su di noi, possiamo trasformarlo in opportuno, in opportunità, in evoluzione, in crescita. L’Amore vero, puro, sincero non implica aspettativa, non include razionalità, non “è mai bisogno ma necessità”.

La copertina come è stata scelta?
Volevo una copertina che rimandasse a questa idea pura dell’Amore e al concetto della donazione e, nello specifico, della donazione di sangue che affrontiamo nel videoclip, in cui due parti complementari, una che riceve il sangue e una che lo dona, concretizzano il concetto di Amore disinteressato, quello altruistico, senza pretese. L’immagine di partenza era un cuore formato da due gocce di sangue separate ma, successivamente, dopo aver conosciuto una pittrice bravissima, Elisa Menè, che tra l’altro è diventata anche un’amica, ho chiesto a lei se le andasse di realizzare la copertina, descrivendole semplicemente l’idea del videoclip e una serie di messaggi che volevo passassero. Dopo qualche settimana, mi ha mandato l’immagine di copertina e mi ha fatto sinceramente commuovere. Era perfetta.

Nel videoclip affronti un tema molto importante, quello della donazione di sangue. La musica può essere uno strumento di diffusione per stimolare le coscienze ed educare alla cultura del dono?
Non posso prescindere dall’idea di veicolare messaggi, riflessioni e emozioni attraverso la mia musica e la tematica della donazione, di qualsiasi donazione si tratti – sangue, tempo, ascolto, attenzioni, abiti, denaro, medicine, etc. – è centrale per me. La mia musica è un riflesso della mia vita e la mia vita si riflette nella mia musica. La musica per me, come l’arte in genere, deve essere un veicolo di conoscenza, coscienza, introspezione, cura, dono, educazione alle emozioni ed elaborazioni. Insomma, cultura.

Come nasce la tua musica? In che luoghi? Immerso in quale ambiente?
La mia musica nasce probabilmente dalla mia infanzia, ma si è cominciata a manifestare in adolescenza. I miei genitori da grandi appassionati me l’hanno sempre fatta respirare e quel respiro è diventato il mio respiro, il mio modo di respirare. Se fai entrare la musica nella tua vita, non diventa solo un mestiere o un passatempo. La musica ti cambia il modo di vedere e di vivere la vita, acuisce la sensibilità, sviluppa l’altruismo, sviscera le emozioni, ti insegna ad amare, a ridere di più, a piangere di più e a goderne.

Come ti approcci al panorama musicale attuale, che collocazione hai oggi a tuo giudizio?
Sinceramente non me lo sono mai chiesto perché non mi interessa avere una collocazione o un’etichetta, per quanto io sia assolutamente consapevole che il marketing musicale lo pretende. Io faccio uscire le canzoni quando ho qualcosa da dire e le faccio suonare come il cuore desidera, senza alcuna strategia. L’arte per me deve essere pura, non può essere inquinata da una pianificazione antecedente, come invece oggi si tende a fare. Pensiamo a chi (purtroppo molti) scrive canzoni, testi e musica, strutturandole di 15 secondi in 15 secondi per le storie sui social o per il reels di Tik Tok e Instagram. Infatti non ho Tik Tok ad esempio. Rispetto tutti i punti di vista ma per me l’arte è un’altra cosa.

Quanto è importante associare lo strumento musicale giusto a un brano?
Il vestito che scegli per la tua canzone è fondamentale ma deve gratificare e soddisfare innanzitutto te. Si fanno dei tentativi di arrangiamento, tendendo sempre alle cose che amiamo ascoltare.

Quando ci regalerai un disco?
Mai! Ahahaha. No, realisticamente non lo so. Dal 2017, ho fatto uscire un numero elevato di singoli che sarebbero perfetti per un nuovo album ma, onestamente, non mi sono posto il problema. Oggi, a mio avviso, l’uscita di un disco deve essere giustificata dalla vendita dello stesso, come nel caso dei big della musica, altrimenti diventa solo uno spreco inutile di materia prima per chi può permettersi di stamparlo e lasciarlo in giacenza.

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