Matti delle Giuncaie – Noi non siamo stanchi

Dopo una quantità innumerevole di date live in giro per l’Europa, tra realtà provinciali o al fianco di band d’eccezione come i Gogol Bordello, i Matti delle Giuncaie sono tornati a sventolare il vessillo dell’hard folk con l’ultima fatica in studio, “Noi non siamo stanchi”, manifesto imperituro di una volontà sorprendentemente generosa di continuare a coltivare l’arte di riunire rock imbestialito e folk esotico. Il mandolino di Francesco Ceri, le chitarre impazzite di Andrea Gozzi e di Lapo Marliani, uniti alla batteria esaltante di Mirko Rosi, si sono nuovamente amalgamati confezionando un disco che ha giunture solide e numerose tonalità differenti tra loro. Ciò che sembra all’inizio musica popolare, dal sapore di sagra, si ispessisce poi  con arrangiamenti coraggiosi, in grado di creare l’immagine elettrizzante nella mente dell’ascoltatore di essere al cospetto di Santana che duetta con il geniale Bombino. Sono ottimi i paraphernalia etnici che abbracciano il globo, forti di collaborazioni di tutto punto: in "Gioco d’onde" il pentagramma vanta la firma autoriale di Eugenio Bennato, in "Uz ti sceglie" compare l’energica band tedesca 17 Hippies, in "Shawarma" spicca la balkan marching band Zastava Orkestar. Si crea dunque, nel corso dell’album,  a colpi di sinergia ben riusciti, un pout pourri di suoni mai scontati, ironici nella loro leggerezza (“Tango orango”, vicina a “Polpo d’amor” di Vinicio Capossela), iconici nella loro struttura inconfondibile sempre più marchio di qualità di una band difficile da inseguire, ma meritevole di ogni successo a venire. 

  • 8/10
    - 8/10
8/10

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