Recensione: “Memorie notturne di sogni diurni” – Karrambah

“Memorie notturne di sogni diurni” di Karrambah, album di esordio di questo artista con 7 tracce di puro drone ambient, soundscapes dai toni dark, sci-fi, psych. Un unico viaggio senza pause, tra variazioni di synth, glitch, pad, etc.

Quasi impossibile distinguere le varie tracce sonore in quanto sembra un unico frenetico e martoriante viaggio in una caverna profonda e ovattata dove le frequenze si violentano a vicenda, non necessariamente per piacere e godimento, dove se la fase di molte di queste frequenze fosse invertita sarebbe l’unico sollievo e la fuga dalla caverna.

Apre Beat in g ed entriamo subito nel tunnel con il famigerato tono di sol già stuprato e sparato nel timpano con synth striduli e pad oscuri per una dimensione detonata. Brama segue più etnica e percussiva, armoniche metalliche e voci mostruose, anche un piano macabro. Cori entra già glitchata e ritmicamente insidiosa a farti preparare alla distorta tortura di cori danteschi e infernali. Mantra per metà un po’ di sollievo in ambiente psychill poi entrano gli alieni e ricomincia il lavaggio del cervello. Pam-pam-ra si vanterebbe di un acid jazz da poli-stumentisti in guerra psicologica tra loro, da camera e avanguardia nordica, simil trombe… non si può più uscire. Resonator sembra l’unica con un po’ di dinamica, ma anche nei volumi bassi non ti salva dalle voci stridule dagli alieni e dal respiro di uno di loro. In Riverbera le voci si fanno ancora più invadenti, i demoni nel tuo cervello si fanno sempre più vicini, ormai sei alla paralisi, le voci rimaranno lì con te per sempre, vorresti solo uscire, e’ davvero il tuo ultimo desiderio e quando accade se ancora riesci a pensare dopo questa lobotomia non vorrai mai più rientrare in una catarsi come questa. Il tutto mixato e masterizzato con decibels che ancora cercano la propria aritmetica…

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