“The gate” è il nuovo singolo di Björk

 

E’ uscito il 15 settembre, il nuovo singolo dell’artista islandese Björk, e titola “The gate”. Il brano, coprodotto nuovamente insieme al producer e genio musicale venezuelano Arca, anticiperà l’uscita del nuovo disco di inediti della cantante, “Utopia”, seguito ideale di “Vulnicura”, pubblicato due anni fa.

Segnato da inoppugnabili rimandi al suo passato musicale, la canzone ha dimostrato la nuova strada intrapresa dalla cantante: una via trascendentale alle sonorità oscure del capitolo precedente, contrassegnato da forti tensioni emozionali e atmosfere tormentate. In una sorta di rovescio della medaglia, l’icona musicale della musicale elettronica degli ultimi vent’anni ha dichiarato – come al solito in piena esuberanza – che il tema centrale del prossimo album sarà l’amore, ma quello comunitario, idilliaco, totale, quasi bovarista. Il “Tinder album”, come l'artista stessa ha dichiarato,  non ha ancora una data ufficiale di rilascio, ma cresce continuamente la curiosità tra gli appassionati di tutto il mondo.

Bisogna ammettere che le perplessità sono numerose in seguito all’ascolto dei sei minuti e trentanove del brano. L’agognato singolo di rilancio, quasi annunciato come una profetica rinascita, si è rivelato in realtà come una coda – epica, sontuosa, involuta – del percorso precedente. Il testo, al solito ben mirato e strettamente personale, sembra riconnettersi al punto esatto in cui la ferita amorosa con l’ex marito Barney si era rivelata: la voglia di riuscire dalle sabbie mobili del dolore di “Quicksand” ( brano conclusivo di “Vulncura”) per restituire alle future generazioni un messaggio di speranza e di amore. Una terapia che molti  avevano creduto già avvenuta con successo. Tuttavia, dal punto di vista musicale, laddove lo stupore iniziale è prevalso obnubilando il pensiero lucido, la traccia ha lasciato dietro di sé polemiche ancora più infiammate. Le sonorità sterili, massificate intorno a stratificazioni sonore troppo “made in Björk”, la mancanza di un ritornello strutturato e l’interminabile immaterialità dei beat (poco decisi, improvvisi e claustrofobici non esplodono mai, neanche quando promettono di farlo), hanno ricordato ai fan più accaniti le sperimentazioni fallimentari più audaci dell’artista. Come non ricordare, infatti, l’angosciante trama narrativa di “Hollow” (“Biophilia”, 2011), o le atmosfere implacabilmente irrespirabili di “Drawing Restraint 9”? Ai seguaci più affezionati dell’artista è capitato senz’altro anche di rintracciare meravigliosi riverberi al celestiale “Vespertine”, uno dei dischi più significativi dell’artista che celebrava – per l’appunto – l’amore universale, iniziando dallo scioglimento metaforico di un permafrost dell’animo che diveniva un poetico bozzolo amoroso (“Cocoon”). Ma l’impressione generale, parlando soprattutto su vasta scala, è che alla canzoni manchi il quid che ha rappresentato dagli esordi il percorso dell’artista: il vigore, l’energia. Quella non soltanto dei capolavori indiscussi come “All is full of love” o “Hyperballad”, ma anche delle ultime “Stonemilker” e “Family”. Se questo è il discriminante, da che parte virerà la cantante? Cosa accadrà varcando “il cancello”?

Non resta che augurarsi che il nuovo episodio smuova maggiormente le acque e porti l’artista a sperimentare maggiormente, senza divenire copycat di se stessa.

Il video avrà la firma creativa di Andrew Thomas Huang , alla regia, e di Alessandro Michele, ideatore del costume monumentale impiegato per le riprese, di casa Gucci

 

 

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