Recensione – Demiurgo – “Imp”

Demiurgo è un progetto di musica elettronica sperimentale Made In Italy, firmato da Paolo Di Pierdomenico. Demiurgo si ispira a generi narrativi fantastici, unendo elementi di sintesi sonora non convenzionale a strutture melodiche e ritmiche progressive; progetto che nasce alla fine degli anni ’90, riaffiorato nel 2021 con l’album Holographic Ghost Stories proseguendo il suo cammino musicale attraverso produzioni sperimentali e cinematiche, tra cui Spiral into Darkness, Thanatos, l’album in vinile 7 Virtues for a Wandering Spirit e il concept EP Daidalos.

É la volta di Imp (che in inglese significa, “folletto”, “piccolo demone”), ep di 8 brani radicati in un’ambientazione reale, o immaginaria, nati dal riordino e cura di sessioni musicali, di improvvisazioni impulsive, “imperfette”; a descrivere un luogo, un momento o uno stato d’animo.

Ogni singolo brano si evolve attraverso stratificazioni modulari, cambi di ritmo, trasformandosi in vere e proprie “figure” sonore. L’elemento sperimentale è preponderante, grazie al sapiente utilizzo di synth modulari portati al loro massimo espressivo: piroette musicali, stirature sonore, masse irregolari, ci presentano un mondo fatto di cose strane, descrivibili mai a parole. Ogni brano, come nei precedenti lavori di Demiurgo, possiede caratteristiche riconoscibili rendendo ogni pezzo fresco e mai pesante.

Ma veniamo ora ad una breve descrizione di ogni brano. Aeloch, canzone che presenta un beat incalzante, piacevolmente melodica; Nixalia, sibilante, droneggiante, cupa ma non troppo; Glimmer, inizialmente roboante, vibrante, assumendo colore, veramente potente; Nattsyl, meravigliosa sequenza di accordi che si aprono e prendono corpo e plasticità; Asterion, elementi di elettronica tipicamente aphextwiniani incrostati su una tavolozza; Tinker, ricorda alcune produzioni di noise svedese, vedi gli ultimi lavori di Nordvargr; Kraven, percussivo, ma anche melodico, che chicca; Livra, straziante, nel senso positivo del termine.

Alla fine dell’ascolto e del riascolto, perché è necessario farlo “spinnare” per bene per rendersi conto di quello che veramente abbiamo davanti, si può giudicare tale lavoro come un’opera ben fatta, capace di offrire all’uditore una proposta di vera avanguardia musicale. Sicuramente da non perdere soprattutto per gli amanti di progetti come Nordvargr (MZ 412), Dorian Concept, Forest Sword, e naturalmente Aphex Twin.

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