Intervista al cantautore Fabrizio Festa: “La vita di notte”

Fabrizio Festa

Con “La vita di notte”, Fabrizio Festa ci trasporta in un viaggio sensoriale attraverso le notti estive del Salento, catturando l’essenza e la magia di quei momenti attraverso la musica e il video. Immerso per anni nella cultura locale, Festa ha trascorso estati a vivere appieno l’atmosfera unica di questa regione, permettendo così alla sua esperienza di permeare profondamente la sua arte. In questa intervista, ci parla della genesi del singolo, delle influenze che hanno plasmato la sua percezione delle notti e dei prossimi passi nella sua carriera musicale e letteraria.

 

“La vita di notte” sembra essere stata ispirata da un’esperienza molto personale e intensa. In che modo hai cercato di catturare e trasmettere l’essenza di quelle notti estive in Salento attraverso la musica e il video?

Ho trascorso quattro estati consecutive in Salento, immergendomi completamente nei luoghi e nella cultura locale. Vivere lì per mesi, anziché solo per una settimana da turista, mi ha permesso di cogliere ogni sfumatura del luogo e di radicarmi profondamente. Questa esperienza mi ha permeato intimamente, anima e corpo. Quando vivi qualcosa in modo così intenso, per chi scrive canzoni, è più facile esprimersi attraverso la musica. A volte, le note e i testi emergono spontaneamente, senza doverci pensare troppo, come è successo con “La vita di notte”. Ciò che hai interiorizzato emerge con naturalezza dalle profondità dell’inconscio e si manifesta. In questo caso, le emozioni e le esperienze delle notti salentine hanno preso forma melodica e testuale senza sforzo. Per quanto riguarda il video, ho voluto ripercorrere fedelmente le immagini che avevo in mente mentre scrivevo il brano. La spiaggia, gli amori, i sorrisi tra la gente, i locali, e la profonda voglia di evasione e leggerezza che le estati e le notti evocano sono tutti elementi che ho cercato di catturare. Ho voluto incastrare le emozioni vissute con la bellezza del luogo e la magia che una cittadina sul mare come Otranto sa donare. Per questo motivo, ho preso il tempo necessario e abbiamo girato a più riprese, tornando sul luogo per immortalare scorci, dinamismo notturno, e i riflessi delle luci che baciano il mare salentino. Credo e spero di essere riuscito a trasmettere tutto ciò attraverso il video.

Ogni artista ha il proprio rapporto con il palco e il pubblico. Come pensi che questa nuova canzone si tradurrà in una performance dal vivo? Hai già avuto l’opportunità di testarla di fronte a un pubblico?

Ricordo un’esperienza a Roma, dopo un’esibizione live, quando mi sono sentito completamente appagato e ho pensato: “Ecco, questa è la mia casa.” In quel momento ho capito cosa significhi il palco per un artista; è la propria vita. Sul palco si trova la verità empatica ed emozionale, uno scambio autentico col pubblico. Non c’è niente di più affascinante di quella dimensione. Al momento, non concerti in programma. Negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia, mi sono concentrato sulla scrittura musicale e letteraria. In questo ultimo progetto, ho curato personalmente la realizzazione audio/video, il che ha richiesto una scelta precisa per non disperdere energie e tempo. Il primo “test” della canzone è già avvenuto, e ringrazio chi mi segue per gli apprezzamenti ricevuti, sia per la canzone che per il video. Sono grato anche a chi mi sta invitando a riprendere i concerti nelle loro città. Spero presto di poter “riabbracciare” il pubblico dal vivo.

I testi delle tue canzoni sono spesso molto significativi. C’è una frase o un verso in questo nuovo singolo che senti sia particolarmente importante o che rappresenti il cuore della canzone? Se sì, quale e perché?

Grazie. Presto molta attenzione a ogni parola che scrivo, anche quando le idee emergono spontaneamente. Ogni frase del brano ha una sua autenticità, è un’esperienza di vissuto, fisico, emozionale, psicologico, è la descrizione di uno spaccato di vita, dove chiunque ci si può rispecchiare. È come se fossi un regista che crea uno scorcio di vita, dove ognuno può trovare un pezzetto di sé. Una frase che ritengo particolarmente importante è: “Senti Marta che va di fretta, deve uscire con Luca, ma non lo sa, ogni volta mille scuse, non le ha regalato mai mimose, forse perché Marta, ancora non gliela dà.” Questo verso riflette sulla praticità amorosa dei nostri tempi, dove la poesia delle attese e dei giochi emozionali sembra scomparsa. Ci si consuma fisicamente e rapidamente, e solo dopo ci si ricorda di gesti romantici come regalare fiori, spesso dopo essersi innamorati. Oggi, la virtualità ha preso il sopravvento, con il corteggiamento che si riduce a un “like” sui social. Questo corto circuito ci ha allontanato dalla vera esperienza del contatto fisico e reale. Dobbiamo ritrovare il filo di questa matassa aggrovigliata. Per concludere, un altro verso significativo è: “La notte è magia che ci inghiotte, e si è sempre pronti a perdersi nelle sue braccia, si gode dello sballo che ci dona.” Questo riassume il fascino e l’evasione che le notti estive possono offrire, un momento in cui lasciarsi andare e perdersi nelle emozioni.

 

Oltre al Salento, ci sono altri luoghi o esperienze che hanno influenzato la tua percezione delle notti e che potrebbero aver trovato spazio nella creazione di questo singolo?

È difficile identificare tutte le influenze che si intrecciano nella creazione di una canzone. Tuttavia, in questo singolo, l’estate, il mare, la spiaggia e le notti salentine sono state preponderanti. In passato, sono stato un frequentatore assiduo della notte per vari motivi. Dopo i concerti, ad esempio, non andavamo mai a dormire prima dell’alba, almeno nel mio caso. Inoltre, ho vissuto intensamente la vita notturna della Roma degli anni ’90 e 2000, tra Testaccio, Trastevere, Ostiense e altri quartieri, dove i locali, l’arte e la musica dal vivo erano molto più vivaci rispetto ad oggi. In quel periodo, sono stato anche presidente di un’associazione di artisti, musicisti e attori, che si dedicava all’organizzazione di spettacoli e alla valorizzazione dell’arte in tutte le sue forme. Vivere la notte è una dimensione completamente diversa dalle convenzioni socio-culturali del giorno. Di notte c’è più libertà per essere se stessi, lontano da occhi indiscreti, pregiudizi e formalità. È un momento di creatività e di sogno reale, dove gli sguardi della notte possono far innamorare.

Guardando avanti, quali sono i tuoi prossimi passi dopo il lancio di questo singolo? Hai già in mente nuovi progetti o obiettivi che vuoi perseguire nella tua carriera musicale?

Oltre al nuovo singolo, mi sto concentrando sulla pubblicazione del mio prossimo romanzo, un progetto a cui tengo molto e che contiene una sorta di autobiografia, di vissuto fisico, emozionale, socio/culturale e filosofico. Spero che possa avere un buon destino editoriale. Nel frattempo, sto anche lavorando su un terzo romanzo, che è una storia “rosa” e appassionante. Musicalmente, ho sempre evitato di partecipare al Festival di Sanremo, sentendo di non essere pronto per gestire lo stress e le pressioni di una competizione del genere. Tuttavia, negli ultimi tre anni ho proposto nove brani inediti, arrivando molto vicino alla selezione. Lo scorso anno, uno dei miei brani è stato scelto dalla commissione. Quest’anno, continuerò a provare e sto anche lavorando su due nuove canzoni che presenterò a Carlo Conti. Vedremo cosa succederà. Un amico una volta mi ha chiesto se avessi una scadenza per la musica. Ho sorriso e ho riflettuto su artisti come il “Buena Vista Social Club”, Paolo Conte, Johnny Cash e Lucio Dalla, che dimostrano che la musica non ha limiti di età né di tempo. È una forma d’arte immortale che può essere espressa in qualsiasi momento e in qualsiasi contesto. Se hai una vera passione per la musica, non hai mai un limite di tempo per realizzare il tuo progetto. Come ho risposto al mio amico? “Non sono mica il latte che scade”. Abbiamo sorriso e brindato con un buon vino corposo e d’annata.

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