Intervista al cantautore Giuliano Crupi: «“Filtro” rappresenta la mia rinascita»

Giuliano Crupi

È uscito “Filtro”, il nuovo singolo di Giuliano Crupi, tra i più interessanti cantautori della scena romana. Un brano che parla di autenticità, di quando sia rivoluzionario mostrarsi senza filtri sia sui social che nella vita vera, un segno di grande coraggio che ci permette di essere liberi dal giudizio altrui.

Ne abbiamo parlato direttamente con lui.

 

C’è stato qualche episodio particolare che ti ha fatto sentire il bisogno di scrivere canzoni?
Sono nato e cresciuto nella musica con mio padre che ascoltava la musica jazz, rock e classica e con mia madre che ascoltava tutti i cantautori. Durante la mia adolescenza, dagli 11 ai 17 anni, ho vissuto la malattia di mio padre che poi è venuto a mancare all’alba dei miei 18 anni. La musica è stata la mia migliore amica, la valvola di sfogo, la psicologa sempre pronta ad accogliermi senza giudizio, pronta ad ascoltarmi. L’ho sempre detto: la musica mi ha salvato la vita tante volte e continua a farlo ogni giorno.

Quanto di personale c’è nelle tue canzoni?
Tutto. Tutta la mia verità e la mia autenticità nel pezzo di tempo e di spazio in cui nascono e prendono vita. Dentro ci sono io al 100%, insieme alle persone e alle storie che incontro e di cui mi nutro. Storie che si mischiano ad altre storie, vita che dà vita alla vita. Per farlo è necessario essere collegati con se stessi e con gli altri, in un flusso continuo di scambi di energia e di amore. Quell’energia arriva all’improvviso e si trasforma in canzone. Io sono solo un tramite.

“Filtro” è il tuo nuovo singolo”. Un invito a togliere le maschere e a mostrarsi per quello che si è. Cosa ti ha spinto a toccare questo tema?
“Filtro” è la sintesi di quasi due anni di introspezione, in cui ho fatto anche un percorso di psicoterapia per affrontare il mio buio, le mie maschere, i miei schemi disfunzionali che erano ben radicati. In quel buio ci sono entrato con tutte le scarpe, ho avuto paura, ho pianto, ho sofferto, mi sono contorto, sono sprofondato, ho toccato il fondo e sono rinato. “Filtro” rappresenta la mia rinascita e spero possa rappresentarla per tante altre anime. È in assoluto la prima canzone che ho scritto dopo questo periodo travagliato in cui mi sono guardato dentro, ho imparato ad ascoltarmi, ad arginare il mio ego in favore della mia autenticità. Non è sempre facile, bisogna lavorarci ogni giorno ma quell’autenticità che, soprattutto i social ci stanno facendo perdere in modo subdolo senza avvisi o binari guida, è la chiave della serenità; nel momento in cui ci proponiamo agli altri perfettamente integri nelle nostre perfette imperfezioni, ci sentiamo meglio e mettiamo noi stessi e gli altri in una condizione di agio, di intimità, di fiducia, appunto di verità. Osservando tutto questo è nata Filtro. Si è manifestata da sola, era già lì, l’universo me l’ha dettata.

Oggi forse più di ieri c’è una contaminazione dei generi, pensi che la musica si sia aperta al mondo?
Oggi ormai è difficile definire la musica. Non è più etichettabile in modo netto. Sicuramente la tecnologia ha dato la possibilità a molte più persone di fare musica e di fruirne ma, allo stesso tempo, ha reso molto saturo tutto il mercato discografico. Ci sono migliaia di uscite giornaliere, le classifiche cambiano ogni giorno e cambiano ogni giorno gli artisti che le dominano. Tutto è dettato dagli streaming, molti dei quali vengono gonfiati per tentare di entrare in qualche classifica ma così il rischio è di perdere verità e di perdere cantanti, cantautori e autori talentuosi in nome del mainstream a tutti i costi. Dobbiamo tutti fermarci, riprenderci il tempo che ci è stato sottratto da un mondo sempre più frenetico, dobbiamo riabituarci ad ascoltare davvero la musica, non come sottofondo di altre attività ma dedicandole il tempo e lo spazio che merita.

Gli artisti spesso vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro ti spaventa?
Il futuro non mi spaventa perché ho imparato e sto imparando a vivere nel momento presente. Né nel passato, né nel futuro ma nel qui e ora. Domani non possiamo sapere cosa accadrà, non possiamo averne controllo e, accettando questa condizione di fragilità umana e di imprevedibilità della vita, possiamo liberarci dall’ansia e dalla paura del futuro. Essa proviene solamente dalla nostra mente, da proiezioni fantastiche e da scenari catastrofici non reali che essa crea. Vivere nel presente restando collegati al respiro, al corpo, agli occhi della gente.

Chi ha creduto per primo in te come artista?
Credo che il primo sia stato io stesso. Ed è fondamentale per acquisire credibilità poi nei confronti del pubblico. A seguire le persone più vicine alle quali nel tempo si sono aggiunte tantissime anime e se ne continuano ad aggiungere ogni giorno. Sono davvero grato per tutto ciò che la musica mi sta regalando: persone, emozioni, vita.

Per concludere, dopo “Filtro” seguirà un disco?
Nessun disco. È ormai dal 2017 che faccio uscire un singolo alla volta. Questa scelta è dettata dal fatto che voglio dare importanza a ogni singola traccia e non rischiare che qualcuna possa non avere l’attenzione che merita. Uscirà però un altro singolo in primavere del 2022. Ora però mi godo “Filtro” e tutto ciò che mi porterà.

Crediti Foto: Marco Crupi

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