Recensione – “Battiti Asincroni vol. 2” – Choice Quartet

Secondo volume dell’opera Battiti Asincroni. Questo disco continua la ricerca e l’immersione di Choice Quartet nella terra natale, la Sicilia, o per meglio dire la Trinacria, in quanto il gruppo sembra mirare all’essenza di un terra che sfugge a qualsiasi contaminazione presente ed immediata. E mentre ci chiediamo cosa sia l’oggetto rappresentato in copertina, ascoltiamo questo splendido lavoro, ad opera di quattro musicisti. Roberto Barni (batteria), arrangiatore e ideatore del progetto, dal 2010. Poli-strumentista, formatosi musicalmente negli anni ’60, ha alle spalle una vasta esperienza tra gruppi fusion e jazz. Armando Barni (sax alto), figlio di Roberto, viene allevato nel sacro culto di John Coltrane e ben presto prende dal padre anche l’amore per le esibizioni live sul palco. L’amore per la musica lo porta a esplorare nuovi generi musicali e a far parte di band di progressive rock, funky, soul e reggae. Tra Bologna, Lipsia, Vienna e Belgrado si cimenta in nuovi stili musicali, anche nello ska, nel flamenco e nella cumbia. Sergio Battaglia (sax tenore) sassofonista, compositore, insegnante, ha maturato grande esperienza sul campo attraverso diplomi e specializzazioni al Conservatorio, masterclass con i maestri Carlo Cattano, Jimmy Weinstein, Joris Teepe, Steve Altemberg, Paolo Porta, Max Ionata. Ha alle spalle numerosi concerti con varie formazioni. Massimiliano Gintoli (basso elettrico), inizialmente autodidatta, si è specializzato nel basso non solo grazie alle numerose formazioni in cui ha suonato, ma anche grazie a varie masterclass. Folgorato da “Mingus” di Joni Mitchell, si è dedicato alla fusion ed al progressive, alla folk, alla world music. Suona anche con i Nefta.

Formazione, quella dei Choice Quartet, abbastanza insolita se consideriamo la struttura del tipico quartetto jazz: manca il contrabbasso, manca il piano. Anche questa scelta contribuisce all’originalità di questa band, che si pone come ricerca di una musica senza confini, che possa andare in varie direzioni. Otto tracce, esattamente come il Volume Primo, sette delle quali autentiche (Inno a San Giorgio Martire è un inno religioso riarrangiato in chiave jazz ), formano un disco incredibile.

Le tracce presentano in buona parte la tipica struttura dei brani jazz( tema – improvvisazione – tema), ma assumono connotazioni del tutto personali. Asintote è una danza mediterranea, con un ritmo a metà tra un tango ed un flamenco. Il tema viene esposto e poi variato, quindi gli assoli si muovono su modi e strutture complesse. Algoritmo fa pensare ai Baricentro, ed unisce ad un’indole folklorica una certa mistica anni ’70. Molto interessante è il tema, abbastanza tortuoso. Ostinato propone un tema festante, ma è la batteria a costituire lo strumento più interessante, che quasi dialoga con i sax durante gli assoli. Questo strumento domina anche Battito Asincrono. Quello di Roberto è un percussionismo molto duttile, che usa pattern rock, folk, jazz. Dagherrotipo ci colpisce per i suoi accenti ritmici, per il suo tema carico di sonorità bandistiche, per il ritmo rapido ed incalzante. Altrettanto giocoso e progressivo è Passo Lesto, che fa pensare ai primi King Crimson, soprattutto nel tema. Interessanti anche i titoli, riferimenti a strutture matematiche. Ma come non leggere in ciò un tributo al jazz rock italiano degli anni ‘70? Il titolo Re-evoluzioni, breve suite per basso, fa pensare agli Opus Avantra, agli Area o a tante altre formazioni poco conosciute, e non solo nel titolo, ma anche nell’esplorazione delle infinite possibilità di questo strumento. Le ultime note lasciano presagire un piacevole “to be continued…”

I Choice Quartet sono musicisti che non hanno paura di osare e ci riescono molto bene. Battiti Asincroni è un lavoro originalissimo, sorprendente, che valica i confini di qualsiasi genere e che mira alla forma assoluta, in un intento che non è mai descrittivo. Frammenti di epoche e realtà diverse si uniscono in un affresco ideale e difficile, che colpisce gli ascoltatori per la poliedricità delle strutture e dei suoni. Siamo convinti che la ricerca attuata da questo gruppo possa aprire itinerari sempre più interessanti.

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