Intervista ad Anna Luppi: “La musica è un mezzo, non un fine”

Anna Luppi

“È già primavera (feat. Veronica Marchi)” (LaPOP) è il nuovo inedito di Anna Luppi. Un canto interiore in cui le voci dolcissime di Anna Luppi e Veronica Marchi si intrecciano e accompagnano l’ascoltatore in una dimensione musicale quasi onirica. Il testo nasce da una poesia di Enrico Alberini intitolata “Tempo passeggero”, la musica prende vita dalle idee di Antonio Galuzzi e la registrazione finale vede al fianco di Anna Luppi la voce e la sensibilità di Veronica Marchi.
Abbiamo incontrato Anna e le abbiamo fatto qualche domanda…

 

Ciao Anna, benvenuta. Ti va di raccontarci come ti sei avvicinata alla musica?
Quando ero bambina, la mia attenzione è stata subito catturata dal pianoforte che i miei genitori avevano sistemato in salotto: ho studiato il piano diverso tempo e cantavo in un coro. Successivamente, all’età di 8 o 9 anni, mi sono innamorata del suono del flauto traverso che, per molto tempo, è stato il mio strumento principale. Al canto solista mi sono avvicinata solo più tardi, grazie alle prime esperienze come cantante di band durante i primi anni del Liceo.

Il testo del tuo nuovo singolo “È già primavera” nasce da una poesia di Enrico Alberini intitolata “Tempo passeggero”. Cosa vorresti che arrivasse all’ascoltatore?
Spero arrivi quel senso di forte armonia e di rinascita che ho provato io mentre registravo questa canzone: è un brano che parla di rinascita e della voglia di credere ancora nelle persone, sarebbe bellissimo che tutte queste emozioni arrivassero a chi mi ascolta.


Al brano ha partecipato anche Veronica Marchi. Vi conoscevate già?
Non personalmente, di fatto ci siamo strette la mano la prima volta quando lei è arrivata nel mio studio per le registrazioni: dopo questo banale gesto è nata una sintonia totalmente inaspettata e talmente forte che in pochissimo tempo abbiamo realizzato tutte le parti vocali della canzone.

 


Quali sono i tuoi riferimenti e quali sono le tue ispirazioni nel lavoro in studio?
La maggior parte del lavoro in studio viene svolta dal mio produttore Massimo Minotti: se ci si trova nella fase di realizzazione di un brano, di solito ognuno in studio ha piuttosto chiara la parte che dovrà realizzare; se invece siamo in fase di scrittura, mi piace organizzare quelle che chiamo “session creative”, ovvero una sorta di brainstorming musicali in cui, partendo dai riff e dai testi che abbiamo nel cassetto, proviamo a creare qualcosa di nuovo. In questa fase i miei riferimenti restano soprattutto i cantautori classici italiani e spagnoli con cui sono cresciuta, da Fabrizio de Andrè a Lucio Dalla a Joaquin Sabina.


Quanto contano per chi fa il musicista gli stimoli culturali?
Contano moltissimo, ma contano altrettanto anche le piccole storie che ci regalano gli incontri casuali, contano i viaggi, contano i pomeriggi seduti a bere in una caffetteria osservando le persone in una metropoli affollata.


Sta per uscire il tuo nuovo EP dal titolo “Amarene”. Cosa dobbiamo aspettarci?
Quattro duetti con quattro artisti e artiste che seguo e stimo: oltre a Veronica Marchi, ci saranno Domenico Imperato, Elisa Erin Bonomo e Olden. Sono felice e onorata di aver incrociato con loro il mio percorso musicale e li ringrazio infinitamente.

 

C’è un messaggio particolare che vorresti lasciare in conclusione ai visitatori di StandOut?
Non prestate troppa attenzione a chi dice che la musica di oggi “fa schifo”: non c’è mai stata così tanta musica come adesso e, soprattutto, non c’è mai stato un accesso alla musica così democratico, sia per chi la fa che per chi la ascolta. Piuttosto, usate la musica per arrivare a qualcos’altro. Per esempio per combattere per i tanti diritti ancora oggi negati. Per superare barriere e confini mentali e non. Perché la musica è un mezzo, non un fine.

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