“L’ultima canzone”: intervista alla band Volume2

Volume2

Abbiamo raggiunto una band che è piaciuta a tutta la redazione di StandOut, stiamo parlando dei Volume2, freschi di pubblicazione con il loro singolo d’esordio “L’Ultima Canzone”. I quattro elementi della band sono il risultato di estrazioni ed esperienze musicali molto differenti tra loro, che fondono musica leggera, pop e una distopica discomusic, strizzando l’occhio al punk anglosassone: il tutto in una sinergia, dinamica e innovativa, di suoni.
Ecco cosa ci hanno raccontato.

 

È uscito “L’Ultima Canzone”, il vostro nuovo singolo. Qual è stato il momento in cui avete deciso di trasformare in musica tutti questi pensieri su una storia d’amore conclusa?
In realtà questa idea per noi c’è sempre stata, ma, come per tante cose, per passare da un’idea ad una realizzazione concreta c’è bisogno di una “spinta in più” e noi l’abbiamo ricevuta da una ritrovata voglia di creare musica, voglia che era un po’ assopita anche per via dei numerosi impegni come cover band. Avevamo perciò bisogno di fermarci un attimo e raccogliere tutto ciò che questi anni di live ci avevano lasciato, le cose brutte e le cose belle. E forse proprio durante questa pausa di riflessione abbiamo capito in maniera coesa e determinata che era il momento giusto per dare forma alle nostre idee.

Il videoclip è veramente bello. Come è nata la collaborazione con Mauro Madau e Paolo Marras?
Con Mauro e Paolo c’erano già stati precedentemente attestati di stima reciproca, ma sinceramente non avremmo mai pensato che saremmo riusciti a convincerli di prender parte a questo progetto dato che per loro sarebbe stata un’esperienza nuova girare un videoclip per una band. Col senno del poi possiamo dire che è stata una scelta davvero vincente, hanno saputo cogliere le vibrazioni e l’intensità della nostra musica come credo nessun altro sarebbe riuscito a fare. Aggiungiamo una cosa divertente Mauro ha lo stesso cognome del nostro cantante e questo era già un motivo più che valido per dargli la nostra fiducia, eheh.

Scrivete per necessità interiore o per avvicinarvi al vostro pubblico?
Siamo persuasi dall’idea che senza un punto d’incontro tra queste due cose non possa nascere qualcosa di veramente interessante. Nel nostro caso la necessità di stare a diretto contatto col pubblico è fondamentale, essendo stata la vera linfa vitale della nostra attività musicale per tanti anni. E forse è proprio da questo continuo scambio di energie con la gente che la nostra interiorità ha potuto prender forma e in seguito dare luce a “L’ultima canzone”.

 

 

Attualmente è difficile pubblicare un disco, un singolo o un videoclip?
Di questi tempi in cui la tecnologia, anche nell’ambito della produzione musicale, sta facendo passi da gigante si potrebbe dire che è tutto semplice ed immediato, ma in effetti non è così, c’è sempre tanto lavoro dietro, sia nella parte della creazione e dell’arrangiamento musicale, sia nella realizzazione di immagini che possano esprimere al meglio l’intenzione di una produzione artistica. Ci teniamo per questo a ringraziare rispettivamente la nostra etichetta “Robadamattidischi” e la “Isoimage” che, in questo senso, hanno svolto un lavoro egregio e fondamentale per la realizzazione del progetto.

Oltre alla giusta promozione da dare a questo nuovo brano cosa vi aspetta nell’immediato futuro?
La promozione è importante e la stiamo affrontando con tutto l’entusiasmo possibile, nella speranza che questo entusiasmo possa contagiare anche chi ci segue in questa nuova avventura. Il futuro non può che avere come unico punto di riferimento la musica e la realizzazione di nuovi progetti. Nell’immediato possiamo già anticipare di avere tra le mani un nuovo brano quasi pronto e che auspichiamo di pubblicare entro la primavera.

 

 

 

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