“Provo a raccontare me stessa”, intervista alla bravissima Letizia Onorati

Letizia Onorati

È uscito “NOTES AND WORDS” (Egea-Incipit/Egea), il nuovo disco di LETIZIA ONORATI, giovane e talentuosa cantante jazz leccese, alla sua seconda esperienza discografica Autrice o coautrice di quasi tutti i testi, ora Letizia si presenta per  la prima volta come compositrice. I 9 brani inediti sono composti e arrangiati da Paolo Di Sabatino (sua anche la rielaborazione dei 3 standard che completano il lavoro), vero e proprio “regista” del lavoro realizzato.

 

Ciao Letizia, benvenuta. Com’è avvenuto il tuo incontro con la musica jazz?
Ciao, grazie!! Il mio incontro con il jazz è avvenuto quando ero molto piccola perché era il genere musicale che prevalentemente si ascoltava a casa e poi perché la mia insegnate di canto prevedeva che nel percorso di studio si approfondisse in modo particolare il jazz.

 

Hai fatto degli studi musicali precisi?
Ho iniziato a studiare canto e jazz con Elisabetta Guido e poi con importanti esponenti del panorama jazz nazionale e internazionale come Roberta Gambarini, Rachel Gould, Mark Sherman, Jerry Bergonzi, Bob Stoloff ecc. Poi nel 2015 ho intrapreso un percorso di perfezionamento con Tiziana Ghiglioni.

 

“Notes and words” è il tuo nuovo disco. C’è un filo conduttore che lega i brani?
“Notes and words” è il mio nuovo progetto discografico i cui brani sono un insieme di esperienze, tutte emozioni vissute in diversi momenti di luci e ombre.

 

Come sei riuscita a sposare le musiche ai testi?
All’interno del disco vi sono 12 brani di cui 9 composizioni originali  e ognuno di questi ultimi ha visto nascere prima la musica e poi i testi a partire dai pezzi di Paolo Di Sabatino fino al brano di mia composizione. Provo a raccontare me stessa.
 

 

A chi dedichi questo album?
Questo album lo dedico alla mia cara amica Musica che riesce sempre a indicarmi la migliore strada da seguire e a tutte le persone che hanno reso possibile questo lavoro, in modi diversi.

 

Qual è il punto di maggior attrazione che il jazz può esercitare su un giovane ragazzo magari abituato ad ascoltare altri generi?
Il jazz è un genere musicale, ad oggi, ricco di numerose influenze, che permette una continua ricerca e sperimentazione. Inoltre stimola la curiosità e consente di viaggiare e visitare nuovi mondi rimanendo sempre nello stesso posto.


Sognando un duetto perfetto, chi vorresti al tuo fianco e perché?
Mi viene in mente un duetto che mi sarebbe piaciuto fare con un gigante del jazz ed è quello con il compianto Al Jarreau, esempio assoluto di artista che ha espresso il suo talento aldilà delle etichette di genere musicale.
 

Che cosa porti con te del tour che si è appena concluso?
Porto con me tutti i palcoscenici, i sold out, le emozioni, le risate, i viaggi e la super band composta da musicisti e persone meravigliose: Paolo Di Sabatino, al pianoforte, produttore artistico, compositore e arrangiatore, Flavio Boltro, alla tromba, Max Ionata, al sax, Daniele Mencarelli, al basso elettrico, Glauco Di Sabatino, alla batteria, Giovanna Famulari, al violoncello e Bruno Marcozzi alle percussioni.  

 

Prossimi progetti?
Il 16 e 17 febbraio ho suonato a Bruxelles, rispettivamente all‘Istituto Italiano di cultura e al Sounds jazz Club, due bellissime esperienze. E adesso mi aspetta ancora tanta musica. 

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