Cecco e Cipo – Flop

Una volta c’erano le canzoni di Cochi e Renato o, per i più sofisticati, i colpi di genio di Ivan Graziani. Poi è cambiato il millennio e sono comparsi sulla scena i Gem boy, i Matrioska, Dargen D’Amico e il filone della canzone scherzosa, irriverente, ha aggiunto le sue spille di merito sulla divisa. Per i nativi digitali i rappresentanti sono Cecco e Cipo, il duo ironico e  stralunato che conquistò il consenso del pubblico di X Factor 8 raccontando di zoofilia nella hit “Vaccaboia”. Da allora una reazione a catena che li ha visti calcare i palchi insieme ai grandi della musica italiana, da Capossela a Levante, sino all’arrivo del nuovo album, “Flop”, dall’11 marzo. Un disco sopra le righe, che miscela un pop trasognato a un reggae abbozzato, con un minimo comune multiplo vincente: testi caustici mai banali che confermano che a discapito di ogni forma proposta, la sostanza è solida e non improvvisata. Cominciando da “Uragano”,  brano da Zecchino d’oro incattivito che si spoglia nel finale (“L’uragano siamo noi”), passando da “Non voglio dire”, traccia noir che tratta sferzante il tema del sessismo sul lavoro e “Nostalgia”, un cecchino vispo che si fa largo tra i luoghi comuni per giungere a ribadire i concetti di sempre che nessun progresso dovrebbe alterare (“Non facciamo diventare l’amore una tradizione”). È un pop strategico, quello di Simone Ceccanti e Fabio Cipollini, abile nell’interpretare nel migliore dei modi il ruolo del cavallo di Troia, veicolando messaggi intelligenti che saranno presto sulle bocche di tutti. Ed è così che canticchiando “Io sono incazzato” ci si accorgerà della rabbia imbolsita generalizzata che obera questi tempi e battendo a tempo le mani su “Vivere alla meglio” si comprenderà che la solidarietà non è un affare politico ma umano. Cecco e Cipo sono insomma come i “Chicco e Spillo” di Bersani: non li prenderemo mai! 

 

  • 8/10
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