Intervista al cantautore valdostano R1sta

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Martino Milliery, in arte R1STA, inizia a scrivere le prime canzoni all’età di 14 anni, esordendo con “Diavolo Bravo” su YouTube. Con il passare del tempo impara a gestire le sue emozioni e a trascriverle in maniera semplice nei suoi testi, nei quali il suo pubblico spesso si rispecchia. Nel 2023, a 18 anni, pubblica il suo primo ep “Biografia” (prod. Momo Riva) a cui seguono un’attività live e numerosi riconoscimenti a livello regionale. Il 16 giugno esce in radio e su tutte le piattaforme digitali un nuovo singolo dal titolo “Telecaster”.


In “Telecaster” di sicuro c’è il tuo punto di vista. Ti sei schierato contro la realtà che i giovani sono costretti a vivere. È un tuo modo di reagire questo?
In parte sì, ma non del tutto. Più che un modo di reagire è un modo per fare aprire gli occhi ai ragazzi della mia età sperando che capiscano quale siano le strade giuste e quelle sbagliate; un parere di un coetaneo è più incisivo rispetto a quello di un adulto.

Che tipo di lavoro c’è stato in studio dietro la ricerca del sound?
Con Simone Momo Riva, il mio produttore, il lavoro è sempre lo stesso, io gli propongo un’idea di un brano alla quale mi piacerebbe lavorare e insieme la sviluppiamo. Il sound in studio appena sentito ci ha fatti volare e lo abbiamo subito sviluppato

Con quali musicisti hai collaborato in passato?
Per ora ho collaborato tanto con Kerol (Carola Alleyson) in “Jadis” e “Occhi a Mandorla” e Otama (Alessandro Amato) in “Quelli come Noi”, due artisti davvero validi e forti!

A marzo hai pubblicato “Biografia”, un ep che non contiene “Telecaster”. Come mai hai scelto di pubblicare un inedito, senza promuovere l’EP magari sfruttando i singoli contenuti?
“Telecaster” è stata registrata e creata diversi mesi dopo l’uscita dell’Ep “Biografia” e dal momento in cui prima di “Telecaster” non avevo pensato di adattare promozioni ai miei brani è andata così.

L’omologazione e il qualunquismo. Noi oggi siamo figli di questo male. Ma secondo te prima, i nostri genitori o i nostri nonni, vivevano qualcosa di simile?
Possibile, sono del parere che “ai miei tempi” e “le persone di un tempo” siano frasi sentite e risentite. Non ci sono mai stati tempi belli e facili e penso che mai ci saranno, c’è il buono e il cattivo da sempre e per sempre.

Cosa ti aspetta adesso?
L’obiettivo ora è uscire con 3 brani collegati tra loro a settembre, nel mentre sarò impegnato con diversi concerti. Mi aspettano dei mesi di buona musica!

 

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