Time – Anzwart e la sua idea di tempo

Anzwart, alias Gian Luca Belluzzo, friuliano di Pordenone, è un eclettico musicista che dal 2017 ha intrapreso un percorso tanto sperimentale quanto complesso, basato su splendide sonorità elettroniche che spesso accompagnano il suono della sua chitarra elettrica. Nel 2021 ha pubblicato l’omonimo Ep (con copertina del pittore Paolo Battistutta), di quattro tracce, ben accolto dalla critica. Il suo intento, che lo porta a produrre “tutto da solo” si esprime bene anche negli effetti visivi, da lui stesso realizzati, che accompagnano le sue performance. Numerose anche le sue collaborazioni : realizza la colonna sonora delle esposizioni di Genova e Roma per la mostra su Inge Morath, si esibisce a Ca’ dei Carraresi a Treviso all’interno della mostra Dogs di Elliott Erwitt e al Castel Caldes in Trentino Alto Adige per il finissage della mostra Vivere in Alto dei fotografi della Magnum Photos. Ma soprattutto, ha aperto i concerti di Teho Teardo a Sexto’Nplugged e Nova Materia a ScenaSonica.

Dal 30 giugno è disponibile, sulle migliori piattaforme di audio streaming, il suo nuovo singolo, Time, il primo uscito per l’etichetta Isulafactory. Questo artista esprime la sua concezione di “tempo”, esattamente come avveniva già per altre omonime tracce da parte di artisti quali Pink Floyd o David Bowie. Ma di preciso, che idea possiamo farci ascoltando questo brano? Per Anzwart il tempo sembra andare al contrario: ascoltando il pezzo sembra di percepire vari suoni in reverse, sui quali si innestano complesse trame sonore, che generano un vero e proprio trip, che a tratti assume colori industrial. Le percussioni sono metalliche, dure, i suoni sono distorti, la musica sussurra sensazioni inconsuete, a tratti ambigue. Questa musica sembra provenire da una realtà parallela, nella quale siamo condotti, ma riusciamo solo a farcene un’idea, perché la densità è pari a quella di un’immagine mentale. Si badi anche alla scansione del brano. Attorno a 3:20 le percussioni si abbassano notevolmente di volume, e ciò che rimane sembra essere pura luce. Ancora, fino alla metà del sesto minuto assistiamo ad un autentico crescendo sonoro, anche in termini di ricercatezza (autentica cura al minimo dettaglio). Successivamente, ciò che rimane sono macerie, suoni scomposti. Riverberi, Echi, delay, in questa potentissima miscela c’è tutto.

Questo artista rivela un’impressione capacità di creare una musica totale, capace di evocare sensazioni originali, difficili da definire, ma che si pongono tra la gioia di un’illuminazione momentanea e l’abisso imminente. La sua elettronica è spigolosa, si compiace di elementi apocalittici più che psichedelici. Artista con idee precise, sembra aver trovato la sua strada, originalissima, nel panorama dell’elettronica contemporanea.

Link Spotify: https://open.spotify.com/track/2y61bNFq63c3ixJMbHEXEK

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