Intervista agli ASTENIA.

Gli Astenia prendono il nome da un termine medico e lo personalizzano cambiandone un accento. Nel corso degli anni, pubblicano diverse demo cambiando più volte line-up e produzione artistica. La formazione attuale della band è composta da: Gianluca Gabrieli (voce e chitarra), Riccardo Acanfora (batteria), Alessio Cecili (chitarra) e Gianmarco Santesarti (basso).
La band è stata scelta per aprire i concerti di: 24 Grana, Amari, Daniele Groff, Il Teatro Degli Orrori, Le Luci Della Centrale Elettrica, Le Mani, Masoko, Max Gazzè, Ministri, Ratti della Sabina, The Electric Diorama, The New Story, Tre Allegri Ragazzi Morti, Vanilla Sky e Velvet.
Il 14 aprile 2015 esce “Quello Che Non Ho”, il loro secondo lavoro discografico. “Milano”, primo singolo estratto, vanta la collaborazione di Davide Rossi agli archi (già violinista per Coldplay, The Verve, Ed Sheeran, Elisa e molti altri).


A giorni uscirà il nuovo singolo "Quello Che Non Ho", title track dell'EP, e StandOut li ha intervistati…

 

“Quello Che Non Ho” è il vostro nuovo lavoro. È stato laborioso portarlo a termine?
È stato un ep scritto di getto. Ci siamo presi il giusto tempo per trovare la forma giusta delle canzoni e in studio abbiamo lavorato senza fretta sugli arrangiamenti ma soprattutto sui suoni, dando più spazio alle chitarre piuttosto che all'elettronica come era accaduto nel nostro primo ep.

Quali pensate possano essere le caratteristiche della musica che proponete?
Quello che cerchiamo di fare è essenzialmente pop. Che sia di facile ascolto ma con dei contenuti. Pensiamo che il ruolo di questo tipo di musica sia quello di raccontare delle storie in modo diretto e semplice ed è quello che ricerchiamo quando scriviamo. Ed è ciò che pensiamo ci caratterizzi.

Avete collaborato con il bravissimo Davide Rossi. Siete stati voi a contattare lui?
Si, è stato un bell'incontro virtuale. Davide aveva ascoltato i nostri vecchi brani rimanendone piacevolmente colpito, poi quando ci siamo trovati per le mani la nostra “Milano” abbiamo subito capito che Davide ed il suo violino potevano metterci quel qualcosa in più per renderla speciale.

Quali sono i vostri riferimenti musicali in Italia e all’estero, soprattutto recenti?
Ci lasciamo influenzare da tutto ciò che ascoltiamo, senza particolari riferimenti. Ogni artista, anche se apparentemente lontano dal nostro genere, può insegnare qualcosa, soprattutto dal vivo. Quest'anno Roma ha avuto la fortuna di ospitare molti concerti interessanti, e spesso ci siamo ritrovati ad ascoltare e ad osservare attentamente chi era sul palco proprio con l'intento di carpire i piccoli segreti che sono dietro l'esecuzione di un brano che alcune volte sembra davvero perfetto a livello di intensità emotiva, perchè alla fine è quello che ci interessa.

Quanto contano per chi fa il vostro mestiere gli stimoli culturali?
Moltissimo! Un ambiente creativo stimola la creazione dell'arte stessa. A dir la verità il mondo di oggi ci ha tolto un po' di quella magia ed è diventato quasi impossibile trovare dei movimenti all'interno dei quali vivere e far sviluppare la propria arte traendo ispirazione dalle creazioni altrui, forse la sfida di chi fa arte oggi è proprio quella di riuscire a rimanere artista nonostante ciò che ci viene imposto ogni giorno.

Chi vi ha visto sul palco è rimasto impressionato dalla vostra bravura ed energia. Che cosa vorreste aggiungere al vostro live set?
Vogliamo migliorare sempre di più, vorremmo far in modo che anche lo sguardo del più distratto degli ascoltatori rimanga incollato al palco e agli strumenti.

Siete come quelle band che sui social hanno uno stretto rapporto con i loro fans?
Amiamo parlare e confrontarci con chi ci segue, anche se preferiamo sempre il contatto dal vivo rispetto a quello sui social. Il nostro obiettivo è comunicare, quindi quando vediamo che c'è una risposta siamo felici e non perdiamo occasione per scambiare opinioni con chi ci segue.

Musica e impegno sociale. Un connubio felice?
La musica implica uno schierarsi in qualche modo, in passato c'è chi è riuscito a veicolare un certo tipo di impegno sociale attraverso i propri brani in maniera egregia, pensiamo a Dylan o al Lennon post Beatles. È una cosa che al momento non ci appartiene ma che è senz'altro da ammirare.

Siamo in un paese di gossip in cui va per la maggiore l’apparire e il chiacchiericcio. Il privato in piazza fa più notizia del contenuto vero?
Assolutamente sì, questo modo di apparire è ovunque oggi, dai tg a Facebook. Si ostenta ciò che si finge di avere perchè in fin dei conti non si ha niente da dire. L'ostentare il nulla è la vera fotografia di questi tempi e forse chi verrà dopo di noi ci ricorderà anche per questo.

Avete qualche emergente da consigliare a STANDOUT?
Sì, tra qualche mese uscirà un nuovo progetto che si chiama DerWald, una nuova realtà che vi raccomandiamo di tenere sott'occhio.

Domanda di prassi: impegni futuri?
Scrivere, suonare dal vivo ovunque ce ne daranno la possibilità e, più nell'immediato, l'uscita del nuovo singolo "Quello Che Non Ho" fra pochi giorni.

 

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