“Avere una passione ci può salvare”, intervista a Marianna Cataldi

Marianna Cataldi

Marianna Cataldi è una cantante, autrice e compositrice tarantina, conosciuta soprattutto per aver cantato il brano “RIFLESSO” nel film MULAN della Walt Disney, per essere la voce della sigla dell’ISOLA DEI FAMOSI, e della sigla della seguitissima soap LA FORZA DEL DESIDERIO di Rete4. Dal 3 luglio sarà disponibile in rotazione radiofonica “SUMMER BREEZE”, il nuovo singolo di MARIANNA CATALDI già pubblicato su tutte le piattaforme digitali.

Ciao Marianna, hai tantissime esperienze alle spalle e un curriculum da fare invidia. Ti va di raccontarci brevemente come ti sei avvicinata alla musica?
In verità è la musica che si è avvicinata a me sin da piccola, mi ha presa per mano, ha giocato con me, mi faceva cantare, suonare e ballare, e mi sono ritrovata sul palcoscenico di una grande piazza, a cantare, a soli 4 anni, come fosse una cosa totalmente naturale. La fortuna di chi è destinato alla musica, è avere sul suo cammino chi se ne accorga, aiutando e non ostacolando questo innato modo di esprimere sé stessi, l’idioma della propria essenza, supportando la crescita del talento con lo studio.


È uscito il tuo nuovo singolo “Summer Breeze”, una ballata dalle sonorità latine perfetta per il periodo estivo. Sotto che spinta è nato questo brano?
Sotto la spinta della necessità di evasione. Sulla base latina che mi è arrivata dall’arrangiatore, mi è venuta fuori subito una melodia dolce, rilassante e orecchiabile, un perfetto duetto per 2 voci dalla vocalità soul, che facesse pensare, in tempi di lockdown, alle storie d’amore in riva al mare, vissute o che avremmo voluto vivere. Qualcosa che estraniasse, per il tempo di 3 minuti, dall’angoscia dell’incerto.

A tuo parere qual è il vero tratto distintivo della tua musica?
Questo singolo esula un po’ dal mio tratto distintivo, in quanto io credo di essere portata spiccatamente per la “melodrammaticità”, sia nel pop che nella classica. Quindi sono portatrice di melodia, la mia prima unica necessità è emozionarmi ed emozionare con essa, e poi il “minore”, condizione “sine qua non” perché io vibri con tutta me stessa. Infatti il mio album in lavorazione, che uscirà a dicembre, ne sarà intriso, ed io sono felice di poterlo fare senza dictat, in quanto artista libera di una etichetta indipendente.


Quali sono i tuoi riferimenti e quali sono le tue ispirazioni nel lavoro in studio?
Riferimenti zero, infatti indirizzare l’arrangiatore in questo nuovo album è stato un po’ più complicato, proprio perché sono alla ricerca del vestito più giusto per il mondo sonoro ibrido che ho dentro di me, e che non riesco a ritrovare simile, fuori, in altri artisti. Non perché voglia vantarmi di essere originale, lungi da me il pensare una cosa tanto stupida, ma per il fatto che l’aver passato tutta la vita a scrivere canzoni, ha finito per allontanarmi da ciò che ho ascoltato, o meglio ne ho fatto un riassunto e una rivisitazione a mio gusto, e non mi chiedo se piacerà o che tipo di suoni si usino adesso. Questo nuovo album mi vede in veste di compositrice, autrice e cantante, quindi mi metterò molto più a nudo, di quanto fatto solo come interprete. E non mi spaventa questo, perché non ho più paura di non piacere, non è più una mia prerogativa. Voglio solo essere libera di lasciare in giro ciò che l’arte mi aiuta a creare. I giudizi degli altri, sinceramente, non mi interessano più.


Quanto contano per chi fa il musicista gli stimoli culturali?
Credo fermamente siano alla base della crescita dell’artista e la famiglia, la scuola, i media e lo stato non dovrebbero mai sottovalutare di fornirli attraverso tutti i canali possibili. Sono strumenti per stimolare ad ottenere il meglio da ogni soggetto, qualsiasi sia la sua estrazione sociale. Io che bazzico in più generi da sempre, non ho mai avuto alcuna forma di razzismo (per la musica intendo, ma anche per altro). Dalla letteratura alla pittura, dalla scultura alla musica, dal cinema e alla prosa, tutte le forme di arte sono la Cultura. La possibilità di conoscere il bello dell’umanità e renderlo fruibile a tutti, per dare il “la” ad altri, che si sentiranno pronti a regalare altra bellezza al mondo.

C’è un messaggio particolare che vorresti lasciare in conclusione ai visitatori di StandOut
Vorrei che si prestasse molta più attenzione alle propensioni artistiche dei propri figli. Avere una passione e, per esempio, voler recitare, ballare o voler imparare a suonare uno strumento, ha salvato moltissimi giovani dal vuoto abissale di valori, da famiglie e stato assenti, ragazzi che diventano ignare prede di occasioni facili e pericolose, a volte anche solo per noia. La disciplina che richiede il voler provare e riprovare finché non venga bene anche un solo passaggio, porta a diventare un adulto più consapevole del proprio valore, gli fa capire che bisogna avere forza di volontà e carattere per aver buoni risultati, creando degli adulti meno frustrati. Regalate ai bambini uno strumento, delle scarpette da ballo, una tela bianca con tanti colori, affinché creino se stessi.

 

 

 

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