Intervista agli STANLEY RUBIK “è arrivato il momento di viaggiare da soli”.

Stanley Rubik

“Tuttoècomesembra” è il secondo album in studio degli STANLEY RUBIK uscito l’11 gennaio per Metratron/INRI. Un mantra, da pronunciare tutto d’un fiato, come per autoconvincersi di questo dato di fatto. Gli Stanley Rubik interpretano questo stato di cose affidandosi al simbolismo magico e all’esoterismo, simboleggiati da due elementi chiave: i tarocchi e le maschere utilizzate sul palco dai componenti del trio.

 

Vi definite una band “post-electro”, quali sono le vostre influenze principali?
Onestamente? Non ne abbiamo più, non troviamo più molti riferimenti con noi stessi e forse come ci ha consigliato qualcuno è proprio arrivato il momento di viaggiare da soli. Non fraintendere ascoltiamo molta musica, la più diversa e disparata e ci lasciamo conquistare da riff, motivetti e groove, ma diciamo che non seguiamo pedissequamente le orme di qualcuno… già da tempo… forse in passato, ma adesso proprio no


“Tuttoècomesembra” è il vostro secondo lavoro in studio.  In cosa sentite di essere cambiati rispetto al vostro album precedente, “Kurtz sta bene”?
Sicuramente abbiamo guadagnato in capacità di sintesi e risolutezza nei brani. Tutto molto più diretto e minimale, meno suoni e più decisi. La parte testuale parla ad un quotidiano, ma vissuto sempre dal nostro punto di vista, si osserva più il prossimo per guardare se stesso e sicuramente ci siamo messi più a nudo dal punto di vista sentimentale.


Qual è stata la vera sfida durante le registrazioni di questo nuovo album?
La difficoltà più grande è stata dare il giusto peso alla parte elettronica che emerge in modo preponderante in questo lavoro. Volevamo dei suoni giganteschi, cavernosi e primitivi. Volevamo dei synth caldi e una batteria importante che convivessero in questo ecosistema. Dare il sound che avevamo in mente non è stato semplicissimo ma siamo soddisfatti del risultato, grazie anche all’aiuto di Matteo Spinazzè e Claudio Pisi che hanno lavorato insieme a noi sulla produzione del disco.


Ora veniamo al modo in cui avete scelto di presentare questo disco. Non esistono copie fisiche ma bensì un mazzo di tarocchi, ogni carta rappresenta un brano. Da chi o da cosa è partita l’idea?
Il tutto è nato da una riflessione sorta in un concessionario di automobili. Quando vuoi acquistare un’auto nuova, non viene più dato in dotazione il lettore cd. È lì che abbiamo pensato: “cazzo è vero…ma chi li ascolta più i cd! Ma chi li compra più?”. Da quel momento in poi ci siamo chiesti quale supporto ci avrebbe meglio rappresentato, quale oggetto fisico avrebbe potuto contenere la nostra musica il nostro mondo e soprattutto permettere, a chi lo avesse voluto, di entrare nel nostro immaginario …i Tarocchi!


Rispetto al passato in tutte le foto che vi ritraggono indossate una maschera e anche durante i vostri live il vostro volto è sempre coperto. Quale motivazione si nasconde dietro questa scelta?
Oscar Wilde disse: “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero.” Le maschere ti permettono di spogliarti. Ci servono per essere più vicini a quello che diciamo e soprattutto ci siamo resi conto che dare un volto ai nostri brani e al nostro cantato distrae e allontana…in questo modo invece il pubblico può immaginare chi vuole dietro quella maschera…anche se stesso.


Quali sono le realtà della scena musicale italiana che vi convincono di più?
Ma guarda siamo consapevoli di essere lontani da la scena musicale in voga, nonostante ciò li osserviamo nell’ombra. Alcuni prodotti troviamo che siano molto buoni, addirittura interessanti, ma comunque alla fine torniamo sempre su un linguaggio più di nicchia. Troviamo estremamente interessante la scena elettronica che sta sfornando la Tempesta, artisti come LIM, Capibara ed altri.


E a questo punto vi chiedo, cosa state ascoltando in questo periodo? Qualche consiglio da dare ai lettori di StandOut?
Stiamo ascoltando un po’ di tutto da Billie Eilish alla drone music suonata con i registratori a nastro, oppure una grande scoperta è stata l’artista venezuelano Arca che vi consiglio. Molto interessante è stato anche addentrarsi nella più recente scena rap statunitense con i Run the jewels o Childish Gambino. Insomma è chiaro che gli ascolti che abbiamo coprono un ampio raggio, questo ci ha sempre permesso di ricercare molto e sperimentare.


Progetti per l’estate? Avete già delle date da segnalarci?
Più che all’estate stiamo puntando già all’autunno…siamo una band invernale. Quello che possiamo dirvi per ora è che dovremmo suonare ad un festival a Colonna il 7 Settembre, poi il resto lo sveleremo in un secondo momento.

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