Intervista a Bernardo Sommani “non c’è più un qualcosa che ci identifichi davvero”

Da venerdì 28 giugno è in rotazione radiofonica “RISPOSTE (ft. Petra Magoni)” (Indiependente/Prima o poi music), il nuovo singolo del cantautore BERNARDO SOMMANI, estratto dall’album “Sto bene quando sudo”. La canzone vuole essere un elogio del confronto edelle relazioni umane, infatti solo imparando ad ascoltare e a darsi per gli altri si possono ottenere delle risposte. Lo abbiamo incontrato per fargli qualche domanda:

 

“Risposte” è il tuo nuovo singolo, una canzone che vuole essere un elogio al confronto e alle relazioni umane. Quali sono le principali risposte che vai cercando?

Come si fa a stare sereni, sentirsi in pace e non avere più paura. Fondamentalmente come si fa a creare una comunità positiva, interdipendente e propositiva. Abbiamo ucciso Dio, scardinando la religione da fondamento della civiltà occidentale, poi in tempi più recenti abbiamo reso la politica un reality show, non c’è più un qualcosa che ci identifichi davvero, che ci unisca. Cerco di unire e mescolare per rendere la vita più lieve.

In questo brano ti sei avvalso della collaborazione di Petra Magoni. Come l’hai conosciuta?

Petra è di Pisa come me e Pisa è un paese dove non è difficile conoscersi.
Io l’ho sempre stimata molto come artista, è venuta a sentirmi una sera che suonavo all’Exwide ed ha deciso di aiutarmi con la sua etichetta la Prima o poi Music, grazie a questa collaborazione è venuta in studio a cantare sulla canzone del disco che le piaceva di più.

“Risposte” è estratto dall’album “Sto bene quando sudo”. Un titolo curioso, ti va di parlarcene? 

Il disco è stato quasi interamente composto a Londra, quando vivevo là era inverno e faceva freddo. Sto bene quando sudo nasce come senso nostalgico del clima italiano, ma è anche un gioco di parole perché in Inglese to funk può essere tradotto come sudare, quindi sto bene quando sudo è una sorta di traduzione di “Enjoy to funk”.

Cosa pensi rimanga della musica che fai o che un qualsiasi artista in generale faccia? La musica può ancora avere il potere di cambiare qualcosa?

Ogni cosa può cambiare qualcosa, la musica in modo particolare perché ha un forte impatto emotivo sulle persone. Rimane il significato che le persone hanno dato alla musica, che per ogni persona può essere differente: è libera interpretazione, è libertà. Io personalmente mi aiuto anche con i testi, scrivendo canzoni e non precisamente musica. Ma anche chi lavora con la musica assoluta può lasciare sicuramente dei messaggi significativi per le persone.

E ci sono artisti a cui ti ispiri per la tua musica?

Giusto ieri sera sono stato a sentire Paolo Conte, per me è sempre stato un maestro indiscusso e ieri si è confermato un grandissimo. Sono molto legato alla musica popolare e alla canzone d’autore, cerco di sintetizzare il più possibile ciò che mi piace e dargli un senso che possa risultare significante ai giorni nostri.

Qual è il tuo rapporto con Pisa, la tua città?

È un rapporto ambivalente in alcuni momenti penso che sia la città più bella del mondo, in altri vorrei scappare. Sicuramente per un giovane è un’ottima città per farsi le ossa, piena di studenti fuori sede ma estremamente vivibile ed economica. Il problema al momento è un’amministrazione ottusa e la carenza di vere possibilità professionali specie nel settore artistico.

Cosa stai costruendo per il futuro immediato?

Tra poco prenderò la mia seconda laurea in chitarra jazz. Attualmente sto scrivendo la tesi.
Poi ho un quartetto formidabile (Le Sottrazioni) con il quale vorrei riuscire a suonare il più possibile.

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