Intervista al cantautore Pit Coccato: “Il mio riferimento musicale più grande è Tom Waits”

Pit Coccato

È uscito “WHAT I NEED” (Black Candy Produzioni) l’album d’esordio del bravissimo PIT COCCATO. Un disco che sa di Irlanda e che ti porta in un’altra dimensione. Dallo stesso giorno è in radio “CURTAIN CALL” ,  secondo singolo estratto. Abbiamo fatto due chiacchiere con Pit, ecco cosa ci ha raccontato…

 

Ciao Pit, benvenuto. Ti va di raccontarci come ti sei avvicinato alla musica?
Ho iniziato a suonare da piccolissimo. Facevo le medie e mi hanno regalato una chitarra classica recuperata da chissà quale cantina. Ho imparato a suonarla da solo, poi mi sono messo a suonare la batteria, i primi complesso pop punk del liceo, poi il basso, poi ho iniziato a cantare. Contestualmente alle mie avventure ho sempre ascoltato musica della scena internazionale di ogni genere alternative rock / grunge / punk / elettronica / jazz blues cercando di ampliare sempre di più i miei orizzonti musicali. Ho vissuto un bel periodo della mia vita in Irlanda, dove ho avuto modo di suonare con tante band in tanti locali e iniziare a cantare chitarra e voce nei pub dai più prestigiosi ai più, passami il termine, marci.

È da poco uscito il tuo album “What I Need”. Cosa vorresti che arrivasse all’ascoltatore?
“What I need”, è un album potente dal punto di vista introspettivo. Il tema generale parla del sottile confine tra sanità e pazzia, che potrebbe sapere ricorrente tutto sommato, quello che cambia è il modo in cui lo racconto in quest’album. Dove la musica rimarca quello voglio dire senza compromessi, non importa quanto diventa sperimentale o cupo l’album. Mi pacerebbe che all’ascoltatore arrivassero tutte queste emozioni come un pugno nello stomaco, senza compromessi. Metaforicamente parlando eh! Il disco è piacevole da ascoltare hahah

Quali sono i tuoi riferimenti musicali e quali sono le tue ispirazioni nel lavoro in studio?
Il mio riferimento musicale più grande è Tom Waits. L’ho ascoltato tutto in lungo e in largo, senza di lui non farei quel che faccio oggi nel modo in cui lo faccio. Di mio sono un grande fan della musica grunge e mi sono lasciato ispirate da maestri come Alice In Chains. Per quanto riguarda i lavori in studio mi piace prendere spunto da artisti/produttori americani che hanno a che fare con la scena lo-fi. Uno su tutti Sparklehorse.

Come stai affrontando questo momento di crisi?
Si tiene duro e ci si porta avanti con produzioni e lavori futuri. Ovviamente rimango attivo come posso con qualche concerto “online” e preparo quello che ormai sarà il tour di fine estate / autunno.

C’è un messaggio particolare che vorresti lasciare in conclusione ai visitatori di StandOut?
La musica va sostenuta e rispettata (e fatta rispettare, a costo di usare le maniere forti)

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